L’impiego di spezie ed erbe nell’alimentazione di cani e gatti è una pratica in uso già da molto tempo. Vengono utilizzate come appetizzanti, conservanti, o per usi specifici in medicina naturale.
E allora tuffiamoci nell’enorme mercato di profumi, sapori e colori delle spezie per capire meglio cosa possiamo usare, cosa no e perché. Come al solito, basandoci sempre su fonti scientifiche.
Innanzitutto, per comprendere al meglio il loro impiego, è necessario distinguere tra spezia e droga.
UNA DOVUTA PREMESSA
Per spezia si intendono genericamente alcune sostanze di origine vegetale, utilizzate per aromatizzare e insaporire cibi e bevande e, soprattutto in passato, impiegate anche in ambito medico e farmaceutico.
Da alcune spezie si estraggono le droghe, che in farmacologia corrispondono a “Ogni prodotto naturale, vegetale o animale, contenente uno o più principi attivi (alcaloidi, glicosidi, saponine, oli essenziali, sostanze amare, purgative, aromatiche ecc.) e che pertanto, opportunamente preparato e conservato, trova indicazioni terapeutiche o sperimentali.” Così dice la Treccani.
Non tutte le droghe, quindi, hanno una spezia corrispondete, ma da moltissime spezie si possono estrarre droghe.
Da quando l’uomo ha messo piede fuori dal brodo primordiale, ha sempre cercato di imitare chi ne sapeva più di lui sull’utilizzo delle piante medicinali. E chi se non gli animali? Ha inizio così la nostra cultura erboristica, osservando come gli animali utilizzavano alcune piante per risolvere certe problematiche.
In passato, agli animali era attribuita non soltanto un’anima, ma anche una saggezza superiore e noi umani li veneravamo come Dei (molto prima di venerare noi stessi). Tutti i culti avevano una propria medicina tradizionale, fatta di estratti, infusi, impacchi e impiastri. Bei tempi, diciamocelo! Ma qualcosa di quei tempi è rimasto ancora oggi e, che ci crediate o no, continuiamo a prendere spunto da ciò che succede in natura. Ovviamente oggigiorno, ciò che è di nostro interesse, soprattutto nel mondo vegetale, viene studiato in laboratorio, in modo da capirne pregi, difetti, dosaggi e utilizzi. Perché effettivamente non tutto quello che veniva empiricamente utilizzato era anche oggettivamente efficace.
E poi succede che ci innamoriamo della cura e della salute di quelle bestie di carnivori che ci mettiamo in casa, oltre che della nostra, e iniziamo a esplorare tecniche antiche e possibilità naturali per porre rimedio a una vita frenetica e un’alimentazione poco naturale (oltre che a molto altro). Intuiamo che alcuni rimedi naturali che utilizziamo per noi stessi possono essere impiegati anche sugli animali, anche se non tutti e non nelle stesse dosi. Iniziamo quindi a studiare in laboratorio benefici e problemi e progettiamo prodotti nuovi e innovativi.
Dopo questa premessa, entriamo nel vivo dell’argomento e scopriamo di più di alcune spezie e droghe.
CURCUMA
Pianta erbacea perenne e rizomatosa della famiglia delle Zingiberacee (come lo zenzero), originaria dell’Asia sud-orientale dove viene utilizzata come spezia in cucina. È una pianta veramente bellissima e le sue radici colorano il mondo di un arancio dorato indimenticabile, letteralmente. Famosissima ormai per le sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, viene utilizzata per problemi articolari e digestivi (e molto altro). In medicina Ayurvedica ha anche proprietà antibatteriche e cicatrizzanti. Oltre al colore intenso, anche il sapore è deciso, tipicamente terroso e amaro, quasi sabbioso in bocca.
A cani e gatti normalmente piace, attenzione soltanto a non esagerare, altrimenti urine e sebo prenderanno quel caratteristico aroma di “pipì di gatto”.
La curcumina, o meglio, le curcumine sono responsabili dell’efficacia della curcuma. Parliamo al plurale perché chimicamente non esiste un’unica forma di curcumina, ma diverse. Ciò dipende dalla varietà della pianta, dal luogo di coltivazione, dalla raccolta, dal processo di estrazione e da altri fattori. Motivo per cui, quando si sceglie la curcuma come droga terapeutica, è necessario sapere quale scegliere ottenere il maggiore beneficio possibile.
La scienza supporta questa sua efficacia? Assolutamente sì! Troviamo un buon numero di articoli in bibliografia. Segnaliamo questo nello specifico, perché molto interessante: cercavano un conservante e, guarda un po’, hanno migliorato la anche la salute degli animali! (“Produrre cibo per cani utilizzando la curcumina come antiossidante: effetti dell’assunzione sulla crescita e salute animale e sulla conservazione dei mangimi”)
Attenzione! La curcuma non è solubile in acqua e in cottura perde parte delle sue proprietà. Per questo motivo, per uso terapeutico sarebbe sempre meglio utilizzare degli estratti. Potete comunque inserirla come insaporitore o sotto forma di golden paste per migliorare la digestione e la salute del cavo orale.
ZENZERO
Della stessa famiglia della curcuma, un’altra radice dal profumo inconfondibile: Zingiber officinale, originario dell’Estremo Oriente e ormai presente su tutte o quasi le tavole del mondo. E se non lo è sulle tavole, lo è nel reparto digestivi. Annoverato per il suo grande potere digestivo, grazie allo zenzero la produzione di muco nello stomaco e nell’intestino aumenta, favorendo lo svuotamento gastrico e la digestione dei grassi. Funziona bene contro la nausea, aiuta molto a combattere alcune infiammazioni intestinali lievi, ma se utilizzato in eccesso può dare l’effetto contrario. Noto anche per le sue proprietà espettoranti.
Non è particolarmente apprezzato tale e quale da cani e gatti, che lo preferiscono in piccole dosi e magari all’interno di uno snack. In effetti, sapore e odore sono pungenti, immaginatevi cosa si può sentire con il naso potenziato di un predatore!
Viene prevalentemente studiato per comprendere se sia effettivamente efficace nella cura del vomito. Purtroppo, non si riscontrano grandi effetti sul vomito diretto, ma come terapia addizionale sì, soprattutto in caso di nausea, anche durante cure particolarmente impegnative come la chemioterapia. (“Efficacia antiemetica dello zenzero – Zingiber officinale – contro il vomito indotto da cisplatino nei cani”)
Abbiamo detto però che in dosaggi eccessivi può essere irritante. Ci viene in aiuto l’EFSA (l’autorità europea per la sicurezza alimentare), che indica addirittura quanto olio essenziale possiamo utilizzare nelle diverse specie, considerando che si tratta di un estratto veramente concentrato. (“Sicurezza ed efficacia dell’olio essenziale, oleoresina e tintura di Zingiber officinale Roscoe quando usato come additivo sensoriale nei mangimi di tutte le specie animali”)
CANNELLA
Se esistesse un mondo fatto di cannella io vivrei lì, è in assoluto la mia spezia preferita. La prima cosa che viene in mente quando si mangia la cannella è che… scalda. Ed effettivamente è così. In medicina cinese è un riscaldante per i reni, ma le sue proprietà sono davvero moltissime: antiossidante, digestiva, antibatterica e cicatrizzante.
La cannella (Cinnamomum verum J. Presl) è un albero sempreverde della famiglia delle lauracee, dal quale si ricava l’omonima spezia. Ne esistono altre varietà: la Cassia, o cannella dell’Indonesia (Cinnamomum Cassia) e la Ceylon (Cinnamomum Verum). La varietà Ceylon è meno odorosa e più dolce, è anche più costosa e pregiata. Quella che troviamo comunemente in commercio è invece la Cassia, più economica e diffusa.
A differenza di altre spezie, non si ricava da seme, radice o frutto, ma dal fusto e dai ramoscelli. Nell’olio essenziale si trova il principio attivo, l’aldeide cinammica, ma anche altri come canfora, eugenolo e cumarina. Per questo, essendo epatossica, è assolutamente necessario stare attenti al dosaggio.
Normalmente piace a cani e gatti, ma il sapore forte rende necessario un utilizzo davvero limitato, per cui spesso si usa come appetizzante e antinausea. Funziona molto bene in animali in gravidanza e anziani.
La scienza la utilizza più comunemente come ausilio antibatterico. In uno studio molto interessante viene presa in considerazione la possibilità di impiegarla nel trattamento di otiti, con risultati promettenti. (“Effetti antimicrobici dell’olio essenziale di cannella e cinnamaldehyde combinati con EDTA, contro l’otite canina da patogeni esterni”)
BASILICO
Non solo profuma d’estate, ti fa venire in mente le cicale e la brezza salata del mare, questa piantina è pure molto utile! Ricco di magnesio, vitamina K e C, ma soprattutto olii essenziali. Queste caratteristiche lo rendono interessante come antinfiammatorio, antisettico, ma anche regolatore dell’umore.
Le differenti varietà contengono un numero variabile di oli essenziali. L’aroma caratteristico della specie comune in Italia deriva dall’eugenolo. Il problema è che contiene potenzialmente anche molecole cancerogene, metileugenolo ed estragolo. Soltanto in dosi veramente importanti però.
Non è quindi una pianta tossica per cani e gatti, ma in ogni caso l’impiego dell’olio essenziale ad uso interno (come per tutti gli olii essenziali) necessita di una supervisione professionale.
Super interessanti sono le sue proprietà antisettiche, ma anche repellenti: uno studio del 2009 conferma che gli estratti dalla pianta sono estremamente tossici per le zanzare. (“Valutazione della tossicità di differenti fitoestratti dell’Ocimum basilicum contro Anopheles stephensi e Culex quinquefasciatus”)
Nella medicina tradizionale umana, le foglie e le sommità fiorite vengono utilizzate per preparare infusi ad azione sedativa, antispastica delle vie digerenti, stomachica, diuretica, antimicrobica e antinfiammatoria. L’olio è utilizzato per massaggiare le parti del corpo dolenti o colpite da reumatismi. Viene pertanto studiato insieme ad altri olii essenziali per trattamenti esterni nei cani con otite, con risultati contrastanti in base alla metodologia di applicazione, ma in generale incoraggianti (ad eccezione della Malassezia). (“Piante mediterranee tradizionali: caratterizzazione e uso di una miscela di olii essenziali per trattare l’otite esterna Malassenzia in cani atopici”)
(“Attività antibatterica e antifungina degli olii essenziali contro i patogeni responsabili dell’otite esterna in cani e gatti”)
Veramente interessante il suo utilizzo interno per gestire la glicemia in caso di diabete mellito, ma anche per prevenirlo, con ottimi risultati. (“Efficacia ipoglicemica della polvere di foglie di Rosmarinus officinalis e/o Ocimum basilicum come promettente strumento clinico-nutrizionale per la gestione del diabete mellitus nei cani Rottweiler”)
ORIGANO
Piantina perenne aromatica, molto aromatica, che tutti apprezziamo su alcuni dei comfort food più diffusi al mondo… la pizza per esempio! Molti non sanno però che l’origano ha anche delle proprietà meravigliose e inaspettate. Ad alto contenuto in olii essenziali, racchiude due composti chiamati carvacrolo e timolo che hanno importanti proprietà antibatteriche e antifungine.
L’olio di origano è fatto principalmente di carvacrolo e comprende usi diffusi, dal trattamento delle allergie alla protezione della pelle. Le foglie della pianta contengono invece una varietà di composti antiossidanti, come fenoli, triterpeni, acido rosmarinico, alfa-terpinene,cimene,linalolo, beta-cariofillene, naringina, acido ursolico e acido oleanolico, che aiutano a proteggere dai radicali liberi.
Il carvacrolo è un fenolo monoterpenico, con un’attività ad ampio spettro che va dal preservare gli alimenti dal deterioramento, fino al trattamento di funghi patogeni, lieviti e batteri, nonché microrganismi patogeni umani, animali e vegetali, compresi quelli resistenti ai farmaci e quelli che formano il biofilm.
Il timolo è un altro fenolo: questo composto ha proprietà antisettiche, che lo rendono molto efficace per il trattamento delle infezioni fungine. Protegge anche dalle tossine, aiuta a rafforzare il sistema immunitario, a prevenire i danni ai tessuti e favorisce la guarigione.
Hanno perfino riscontrato l’efficacia dell’origano nel trattamento di cistiti antibiotico-resistenti nei piccoli animali. Io l’ho utilizzato per lo stesso motivo in alcuni soggetti, ad uso interno, e devo ammettere che la scienza ha avuto ragione! (“Attività antimicrobica di cinque olii essenziali contro batteri e funghi responsabili di infezioni al tratto urinario”)
ROSMARINO
Pianta aromatica comune e di ampissimo uso in cucina, dà quel sapore così “casalingo” alle pietanze che non ne puoi veramente fare a meno. Come ormai abbiamo visto, le piante aromatiche contengono olii essenziali, che non solo hanno un buon profumo, ma anche delle ottime proprietà terapeutiche.
Nello specifico, il rosmarino contiene pinene, canfene, cineolo, eucaliptolo, canfora e borneolo. È ottimo come digestivo, ma anche come cicatrizzante, antibatterico, fungino e antiossidante. Stimola il fegato e il sistema nervoso. Purtroppo, proprio per questo il suo uso deve essere ben ponderato in soggetti sensibili dal punto di vista nervoso, o con patologie conclamate come l’epilessia.
Approfondiamo il rosmarino in uno studio molto promettente, in cui, in combinazione con la curcuma, viene impiegato allo scopo di limitare la proliferazione di cellule neoplastiche. Ovviamente non significa che aggiungendo curcuma e rosmarino alla ciotola si eviti o si risolva una situazione patologica, perché deve essere utilizzato in estratto. Sicuramente però, fornisce buone speranze circa la possibilità di un aiuto sinergico in caso di necessità. (“Effetti cellulari della radice di curcuma ed estratto di foglie di rosmarino su linee cellulari neoplastiche canine”)
Se volete approfondire l’utilizzo di erbe e fiori spontanei nella dieta di cani e gatti, vi consiglio questi due articoli dal blog: “Erbe spontanee e fiori eduli” e “Piante e fiori nella ciotola”.