Una dieta, che sia naturale o industriale è composta da materie prime. E fino a qui Pizzutti grazie eh! Ma conosciamo veramente il mondo delle materie prime? Sappiamo come muoverci e come sono fatte? adesso ci studiamo.
Le materie prime all’interno di una dieta dipendono da:
- 1 il tipo di formulazione che abbiamo scelto per il singolo caso ( o prodotto)
- 2 se la conosciamo la sensibilità del soggetto o le sue specificità
- 3 le possibilità (nel caso di una dieta fresca) di gestione della dieta.
Gli alimenti si inseriscono in una categoria specifica in base alla percentuale del nutriente che le caratterizza. Ad esempio la pera la inseriamo nella categoria fibre, perché queste ultime sono maggiormente presenti.
Le macro-categorie che ci interessano sono: carboidrati, proteine, fibre e grassi.
Ovviamente ogni categoria ha una funzione più o meno specifica.
Le proteine
hanno un ruolo plastico nell’organismo, capaci di “generare” o “rigenerare” i tessuti.
Quindi in assenza di patologie specifiche non devono mai mancare, soprattutto in soggetti a grande turn over cellulare, come per esempio i giovani in crescita o gli anziani.
I carnivori inoltre hanno la capacità di utilizzare una via metabolica particolare, la gluconeogenesi, l’utilizzo di proteine per produrre glucosio e quindi energie.
Che però non è assolutamente la via metabolica d’elezione per l’utilizzo di energie!! mannaggia a voi che lo pensate. Le proteine non sono una fonte energetica: ripetiamolo tutti assieme!
Chi si nutre di una buona quantità di proteine sa utilizzare al meglio in momenti di bisogno tutto quello che ha a disposizione
Per i carnivori le proteine con alto valore biologico, cioè quelle più idonee per la loro alimentazione, sono quelle di origine animale.
Attenzione i trattamenti termici possono modificare le qualità organolettiche (anche nutritive), ad esempio la cottura può intaccare la taurina (occhio al gatto quindi), ma rendere anche meno digeribili i grassi.
Il calore invece “apre” la proteina (nella sua forma biochimica originale) rendendola più attaccabile dagli enzimi e per cui più digeribile. Non ho detto migliore.
Per “trattamenti termici” intendiamo cottura o disidratazione ad alte temperature. Più le sottoponiamo a trattamenti “impegnativi” più dovremmo correggere la dieta per renderla completa.
I grassi
sono molecole con funzioni principalmente energetiche, ma anche di trasporto, o di regolazione.
Per i carnivori sono importantissimi, soprattutto se di origine animale.
Fungono inoltre da insaporitori (ricordate il famoso grasso di pollo che fa da appetizzante?).
Grassi animali o olii vegetali possono essere utilizzati in base alle loro caratteristiche per completare la dieta, perché alcuni di essi contengono acidi grassi essenziali.
L’assunzione di queste particolari molecole avviene solo attraverso l’alimentazione (ad esempio gli omega 3, famosi per il loro ruolo di alcune patologie).
La scelta di cosa e come inserirli in una dieta dipende dall’obiettivo che vogliamo raggiungere. Sono comunque materie prime molto caloriche, per cui è necessario fare attenzione al loro dosaggio. I trattamenti termici ad alta temperatura li rendono spesso indigeribili, motivo per cui sarebbe sempre meglio utilizzarli a crudo in una dieta naturale, mentre nelle diete industriali vengono spesso addizionati a fine lavorazione.
Gli amidi
Molecole complesse composte da glucosio, nate per immagazzinare energia nei vegetali. Sono fonte di energia.
Sono presenti in cereali, semicereali, tuberi e anche qualche legume.
Per renderli digeribili è necessario un trattamento termico: ciò la rende una materia prima differente dalle precedenti, qui la cottura è assolutamente indispensabile.
Altra grande differenza, rispetto alle prime due categorie è la differente capacità digestiva in base alla specie. Per i carnivori domestici, cani e gatti, la capacità digestiva dei carboidrati è differente.
La domesticazione infatti ha aumentato questa capacità nei cani, ma non nei gatti, motivo per cui parliamo di utilizzo di carboidrati quali esclusivamente nei cani.
Non sono sempre necessari, dipende da caso a caso.
Aggiungiamo che anche nei cani non è detto siano ben tollerati, per cui sono a tutti gli effetti la categoria di materie prime meno indispensabile per un carnivoro.
Sono però spesso presenti negli alimenti industriali per la loro grande influenza sulla buona riuscita della macchinabilità del prodotto estruso. Si anche nei grainfree, sotto altra forma (ricordate: tubero, semicereale, legume).
Le fibre
Le fibre si distinguono in base alla loro attitudine a lavorare sul e con il microbioma intestinale.
Fibre fermentescibili: sono quelle che riescono ad essere utilizzate molto bene dai batteri intestinali, e che per questo vengono inserite in situazioni di necessità (ad esempio disbiosi intestinali) con grandi risultati.
Fibre non fermentescibili: non riescono ad essere degradate in maniera ottimale per cui il loro ruolo è quello di aiutare a gestire correttamente il volume fecale e la motilità intestinale. Non sono assolutamente meno importanti delle precedenti, anzi è necessario che entrambe le tipologie lavorino in sinergia per migliorare le funzionalità intestinali in generale.
I predatori però non hanno un fabbisogno particolarmente alto di fibre, e in realtà riescono ad utilizzare molto bene anche le fibre animali allo stesso scopo (strano eh per dei carnivori, guarda che sorpresona!!).
Avere un fabbisogno relativamente basso non significa che ne debbano fare a meno, anche se non è uno dei loro alimenti preferiti in qualche modo sarebbe sempre meglio cercare di inserirle nella dieta. Sia nelle naturali che industriali, infatti, possiamo utilizzare comodamente le fibre secche.
Tutte queste categorie possono e\o devono essere presenti nella giusta proporzione all’interno di qualsiasi tipo di dieta, per rendere tutto nutrizionalmente, ma anche fisiologicamente bilanciato