Il tempo è uno dei fattori importanti quando scegliamo il tipo di alimentazione per i nostri animali domestici. Ma il tempo di cosa? Spesso e volentieri si sente parlare di differenti tempi digestivi tra i diversi tipi di dieta, ma siamo veramente sicuri di sapere di cosa stiamo parlando?
Via allora entriamo assieme nel meraviglioso mondo delle funzionalità intestinali.
Si parte da un grande argomento, la semantica, perché se non utilizziamo correttamente i termini abbiamo delle grosse difficoltà poi a capire bene come funzionano le cose.
Digestione : “Funzione fisiologica per la quale le bevande e i cibi ingeriti sono scomposti, modificati e resi assimilabili dall’organismo”.
Assimilazione: “La conversione del nutrimento in sostanza organica e vivente”.
Quando parliamo di tempi di digestione, intendiamo il tempo che ci mette l’apparato gastroenterico a degradare le molecole per renderle utili alla vita. Non intendiamo il tempo che ci mette un alimento ad attraversare l’apparato gastroenterico, quello si chiama tempo di transito gastroenterico.
Fate molta attenzione quindi quando confrontando diversi tipi di diete parlate di tempi di digestione.
Più la dieta è composta da molecole semplici, più i tempi di digestione si riducono, il corpo ci mette meno tempo a scomporre le molecole ingerite. L’alimentazione industriale ha la caratteristica di presentare un numero importante di molecole, a per lo più gia semplificate, soprattutto se confrontata con diete fresche (magari a crudo). Per cui richiede sicuramente meno impegno da parte del tratto gastroenterico per essere digerita.
La dieta industriale può essere considerata quindi più digeribile. Nulla a che fare con i quantitativi di nutrienti, mi raccomando.
Le diete fresche essendo caratterizzate dalla presenza di molecole più grosse, richiedono più impegno da parte degli enzimi digestivi e degli acidi per rendere quelle stesse molecole assimilabili. Questo non è ovviamente una caratteristica negativa, attenzione. Ma è un dato da prendere in considerazione soprattutto per quanto riguarda eventuali soggetti sensibili. I cambi di dieta infatti sono momenti delicati, e se non si conoscono le basi fisiologiche con cui ci si confronta si rischia di fare più danni che altro.
La composizione della dieta, e anche la sua presentazione (umida o secca ad esempio) non solo modificano la digestione, ma anche il tempo di transito gastroenterico.
Questo perché la composizione e la quantità d’acqua modificano, tra le altre cose ad esempio, il ph gastrico (e intestinale) modificando i tempi di transito.
Stessa cosa per la quantità di fibre, modificando la motilità intestinale anche i tempi in cui il cibo attraversa l’apparato sarà differente.
Non è vero in assoluto che una dieta fresca ha un transito gastroenterico minore rispetto ad una industriale, perché dipende dalla sua composizione.
Consideriamo ad esempio la presenza di ossa, essendo un materiale organico impegnativo da degradare, il pasto resta più tempo nel tratto gastroenterico, anche rispetto ad un alimento industriale.
Concludendo quindi i tempi di digestione e transito gastrointestinale dipendono da un numero elevato di cause. Bisogna tenere bene in considerazione tutte le variabili, compresa quella biologica (ogni individuo è a se) prima di pensare ad un cambio dieta (oppure a dire in giro che sapete la verità nascosta su tutti i tipi di alimentazione esistenti).