Il gatto e la sua alimentazione, due temi scottanti come la lava fresca. Ma forse ancora di più lo sono, per chi è riuscito in quello scoglio insormontabile che è il far accettare una dieta naturale al felino di casa, e a cui resta il dubbio “ma gli integratori”?
Il panico dilaga sui volti dei proprietari quando parliamo di diete bilanciate, soprattutto per i gatti.
Si perché animali cosi schizzinosi e imperativi nei confronti del cibo, disturbano i nostri sogni anche quando mangiano con gusto. Perché i gatti sono animali delicati e particolari, adesso lo abbiamo interiorizzato forse anche troppo.
Per cui oggi assieme troveremo i 5 integratori che mai possono mancare in una dieta felina, e che spero vi aiuteranno a dormire sogni tranquilli.
TAURINA
Intramontabile, ormai si è detto tutto di lei. Fondamentale nel gatto, che non ha la capacità di produrla e per questo necessariamente la deve assimilare tramite dieta. La sua carenza può determinare gravi problemi cardiaci o degenerazioni della retina, deficit della crescita e problemi riproduttivi. La troviamo quasi esclusivamente, e in quantità di interesse nelle materie prime di origina animale, più precisamente nel tessuto muscolare di mammiferi e avicoli. In base al tipo di muscolo possiamo trovarne di più o di meno, ma questo poco importa. Purtroppo con la cottura ne perdiamo una dose importante per dilavamento. Resta quasi intatta la quantità anche post congelamento se forniamo la carne cruda.
Assolutamente da integrare in caso di dieta cotta, è veramente necessario integrarla nella dieta a crudo?
Partiamo dal presupposto che la taurina non è una molecola a rischio accumulo, per cui un eventuale eccesso non si manifesterebbe. La recente tendenza è integrare la taurina anche in caso di dieta cruda. Questo per evitare un eventuale disfunzione assimilativa, oppure una carenza incalcolabile nella materia prima. Succede anche con la vitamina D3, che spesso viene integrata poiché le nuove tecniche di allevamento e lo sfruttamento del suono hanno modificato il suo contenuto negli alimenti e quindi spesso ci troviamo di fronte a delle carenze.
Come possiamo integrare la taurina nella dieta del gatto? Considerandone il palato fino. Io uso sempre degli integratori in capsule ad alta concentrazione, ciò mi permette di poter usare una quantità di prodotto minore e di mascherarlo con diversi cibi (preferiti al gatto). Anche la polvere di cozza verde può essere un buon integratore e di solito piace molto mescolata con l’uovo o la polvere di latte di capra.
Secondo la mia esperienza tutti gli integratori in polvere o che possono avere un sapore particolare è meglio darli al di fuori dei pasti principali e con un veicolo (una sostanza appetizzante) che possa rendere piacevole la merenda. Lasciamo cosi i pasti semplici e non interferiamo con i gusti del gatto.
LIPIDI
In quanto carnivoro obbligato il gatto trae l’energia dai grassi contenuti nella carne oppure da quelli aggiunti nella ciotola. Ma il grasso non serve sono a dare energia al felino, ma serve per veicolare le vitamine liposolubili e a mantenere la temperatura corporea, per questo motivo è sempre bene che siano completi di omega 6 e 3. Quindi la variabilità è importante.
I grassi però servono anche a dare gusto, normalmente piacciono molto quelli di origine animale, tanto che vengono scelti i pezzi di carne con una buona marezzatura oppure con la pelle.
Spesso purtroppo però olii di pesce o vegetali non vengono apprezzati, nemmeno se mescolati con la carne. Ma perché succede? Per la consistenza e per la concentrazione del sapore. Leccare l’olio per un gatto non è normale, nemmeno se sa di pesce, anche se ci sono sapori graditi come quello dell’olio d’oliva (tanto che possiamo usarlo come appettizzante) spessissimo l’untuosità del prodotto non è per niente gradita.
Piace molto di più il burro ghee, quello normale o quello di cocco. Che vi dico già possiamo utilizzare nelle giuste dosi, anche assieme alla carne. I gatti non hanno ne problemi di colesterolo ne di ingrassamento, anche in presenza di grassi saturi, se la dieta è correttamente bilanciata per la quantità di attività fisica, lo stato fisiologico e la stagione.
Come possiamo far apprezzare i grassi insaturi ai nostri gatti allora, abituandoli gradualmente mescolandoli con un pochino di brodo liquido tiepido che gradualmente elimineremo oppure utilizzando del brodo d’ossa anche in polvere (ormai si trovano con facilità).
Il gatto non ne vuole però proprio sapere però e allora che fare, usiamo inizialmente carni più grasse e magari scottiamole appena di modo da rendere saporito il pezzo senza cambiargli la consistenza.
FIBRE
Più carnivori si è meno fibre sono necessarie, tanto che in alcuni casi sappiamo che c’è una funzionalità intestinale normale anche senza assunzione di fibre. Sappiamo già perché ne abbiamo parlato altre volte che le fibre possono essere sia vegetali che animali, e che nel caso del gatto, se prendiamo in considerazione soprattutto i soggetti che sono liberi di uscire, vengono preferite quelle animali tipo piume, pelo e penne.
Quando una dieta è improntata principalmente su materia prime di origine animale e grassi ci troviamo di fronte alla produzione di pochissimo scarto, l’animale per cui produrrà fisiologicamente feci piccole e secche. Purtroppo questo dettaglio nei gatti domestici e che vivono in casa può risultate un problema, poiché l’assenza di fibre animali, il poco movimento e la presenza di pelo da leccamento possono provocare blocchi intestinali.
Verò è che con una dieta umida questa probabilità diminuisce, ma spesso più con l’utilizzo di un umido commerciale (che contiene comunque fibre) che non con una dieta a fresco di sola carne o pesce e grassi.
Serve quindi della fibra nelle diete naturali dei gatti. Però, nemmeno farlo a posta, il gatto non sempre gradisce frutta o verdura per cui dobbiamo trovare per forza un sostituto valido e appetibile.
Psyllium e inulina possono essere utilizzati in piccole dosi con grandi risultati, normalmente vengono ben apprezzati anche se mescolati con la carne. Lo psyllium da ottimi risultati anche addizionato secco, ma se vogliamo un effetto più intenso andrebbe assunto mescolato con del liquido (acqua o brodo, il brodo piace sempre di più). L’inulina invece oltre a dare consistenza e volume alle feci (come il balsamo per i capelli), può essere utilizzata secca, ha ottimo potere prebiotico ed è praticamente insapore.
Possono essere utilizzate assieme, e anche tutti i giorni in sostituzione alle fibre vegetali fresche, con l’accortezza magari di inserire un pochino di brodo da bere, non ne serve tanto.
Acido arachidonico
Ci sono dei lipidi in particolare di cui il gatto ha necessità di assunzione tramite la dieta, perché non riesce a sintetizzarli da nessun substrato. Uno di cui non si parla mai, e non ne capisco il motivo, è l’acido arachidonico, un omega 6 essenziale solo nel gatto e non nel cane.
L’effetto della sua carenza o la necessità di essere maggiormente integrato lo vediamo in quei soggetti con sensibilità cutanei , secchezza della pelle o forfora.
Dove si trova però questo benedetto acido arachidonico cosi speciale: pesce, carne, uova. Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui spesso anche solo il passaggio ad una dieta naturale attenua o addirittura fa scomparire problemi dermatologici.
Esistono in umana degli integratori di questo acido grasso, che vengono utilizzati per aumentare la massa muscolare. Non mi è sinceramente mai capitato di dover utilizzare un integratore specifico nel gatto, di solito non si integra mai quando si fa una dieta naturale, per cui perseverate se avete appena iniziato il percorso perché c’è una buona ragione per farlo.
PROBIOTICI
Ed ecco qui l’ultimo integratore che secondo me è utile integrare in una dieta naturale per gatti. Purtroppo il microbioma intestinale, e non solo quello, del gatto è spesso quello meno tenuto in considerazione. Eppure il suo scopo è cosi nobile e fondamentale, regolando molteplici vie metaboliche con effetti estremamente positivi sulla salute fisica e mentale.
Sicuramente già il passaggio ad una dieta naturale è un grande passo verso un microbioma equilibrato, ma purtroppo con il tipo di vita poco naturale che facciamo fare ai nostri gatti domestici spesso serve una marci in più.
Una fonte di batteri buoni, lattobacilli per lo più sono sufficienti, sempre presente in ciotola è un ottimo modo per bilanciare i nostri effetti sulla loro esistenza (ma mica solo questo).
Ma i probiotici possono essere dati tutti i giorni? Certamente, l’ideale sarebbe fare dei periodi medio lunghi di almeno 60 giorni, fare una pausa e poi ricominciare cambiando probiotico (io amo molto i prodotti della bromatech ve lo devo confessare, e si sono a uso umano, ma funzionano anche negli animali). Tranquillamente si può aprire la capsula e come per la taurina inserirla in una merenda.
Gli effetti che ci possiamo aspettare dal loro utilizzo sono tutti quelli legati al miglioramento delle funzionalità intestinali: feci più regolari e voluminose, pelo lucido, alito buono e aumento dell’appetito.
Non lesinate con i probiotici perché assieme alle fibre con poco potete migliorare notevolmente la qualità di vita del vostro gatto.
Ovviamente non ho toccato volontariamente gli integratori di salimi minerali e vitamine perché in una dieta bilanciata che non contiene ossa è normale che ci siano. Pochi quindi questi integratori indispensabili evidentemente, e molti sono reperibili direttamente dalla dieta per cui forse non si può nemmeno parlare di integrazioni ma di molecole indispensabili o utili.
La conclusione quindi è evidentemente semplice, se una dieta è bilanciata, varia ed equilibrata non serve indugiare in troppe aggiunte.